Tra il 1853 ed il 1856 venne combattuta la guerra di Crimea che vide come protagonisti la Russia in opposizione ad una coalizione di paesi tra cui Francia, Gran Bretagna, impero ottomano e regno di Sardegna. Origine della disputa: il controllo dei luoghi santi della cristianità.

Fu in quel contesto che il governo inglese decise di inviare un fotografo per testimoniare gli avvenimenti bellici di Crimea. Venne così interpellata la Royal Photographic Society di Londra che incaricò il fotografo Roger Fenton. Per l’occasione decise di acquistare un carro da un commerciante di vino per contenere l’enorme mole di materiale fotografico (circa 36 casse). Il lavoro di Fenton rappresenta il primo reportage ufficiale di guerra della storia. Le condizioni in cui il fotografo britannico si trovò ad operare furono decisamente difficili anche a causa della pesantissima attrezzatura fotografica disponibile all’epoca (calotipia). Nel 1851 andò a Parigi per studiare il nuovo processo di collodio negativo-positivo presso lo studio di Gustave Le Gray. Fenton scattò circa 360 foto che vennero successivamente incluse dalla rivista Life nella collezione “le 100 foto che hanno cambiato il mondo”. Le immagini della guerra di Crimea non mostrano scene di azione o riprese durante i combattimenti.

I tempi di esposizione delle lastre di vetro erano così lunghi da rendere impossibile eseguire fotografie in battaglia. Sarebbe risultato un bersaglio troppo facile per i nemici. Ad un certo punto, poco prima dell’assalto alla città di Sebastopoli, Fenton si ammalò di colera e decise di rientrare a Londra. Le fotografie furono scattate anche con l’intento di essere poi rivendute; operazione che venne messa in atto nel 1855 ma che si rivelò fallimentare al punto da convincere l’editore a cedere l’intero patrimonio (stampe e negativi) all’asta.

Al ritorno dalla guerra di Crimea Roger Fenton si dedicò alla realizzazione di “tableaux vivant” (quadro vivente), ovvero opere fotografiche di messe in scena con modelli in costume in ambienti storici in stile orientale.

Queste immagini, in sintonia con la moda dell’epoca, miravano ad evocare sensazioni di fantasia e mistero tipicamente esotico. Produrre immagini di questo tipo richiedeva molto tempo, occorreva dipingere i fondali, creare i costumi e predisporre gli oggetti sulla scena. La sua carriera come fotografo durò poco più di 10 anni e nel 1862 Fenton decise di abbandonare definitivamente la fotografia e tornò a dedicarsi alla professione di avvocato. Mori a 49 anni.

Il merito di Fenton è stato quello di essere uno dei primi fotografi della storia che cercò di elevare la fotografia ad arte. I suoi studi come pittore lo aiutarono a portare un punto di vista diverso con attenzione alla composizione ed all’aspetto artistico delle immagini.