Filosofo, scrittore, critico letterario, Walter Benjamin nasce a Berlino nel 1892 in una famiglia ebraica molto benestante.

Con l’avvento del regime nazista, la sua situazione in Germania divenne insostenibile a causa delle sue origini ebraiche e delle sue idee politiche. Fuggì prima a Parigi nel 1933 e successivamente tentò di fuggire in America attraverso la Spagna. Tuttavia, alla frontiera spagnola, temendo di essere catturato e consegnato ai nazisti, Benjamin si suicidò a Portbou il 26 settembre 1940

Scritto nel 1936, questo saggio analizza l’impatto della riproduzione tecnica sulle opere d’arte e la loro percezione nella società moderna.

Il concetto di “aura” in Walter Benjamin si riferisce all’unicità e all’autenticità di un’opera d’arte che è legata alla sua esistenza in un tempo e luogo specifici. In “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica”, Benjamin sostiene che con l’avvento delle tecnologie di riproduzione di massa come la fotografia e il cinema, l’aura dell’opera d’arte viene compromessa o persino eliminata. La riproduzione tecnica permette di creare copie infinite di un’opera, rendendo possibile fruire dell’arte in modo distaccato e uniforme, indipendentemente dal contesto originale in cui è stata creata.

Secondo Benjamin, l’aura deriva dalla “presenza unica” dell’opera d’arte nel luogo in cui si trova e dalla sua “irraggiungibilità”, il che implica una distanza tra l’osservatore e l’opera stessa. La riproduzione tecnica annulla questa distanza, trasformando l’arte in un oggetto di consumo di massa e alterando profondamente il modo in cui viene percepita e apprezzata .

La riproducibilità tecnica democratizza l’arte, rendendola accessibile a un pubblico più vasto. Questo fenomeno consente una diffusione e una fruizione più ampia delle opere, rompendo le barriere elitarie del passato. Prima della fotografia, le opere d’arte erano uniche e spesso destinate a un pubblico ristretto. La fotografia permette la riproduzione in massa delle immagini, rendendo l’arte accessibile a un numero molto maggiore di persone.

L’arte non è più vista solo come un oggetto da contemplare in un museo, ma come parte della vita quotidiana. Le immagini fotografiche possono essere condivise, commentate e reinterpretate istantaneamente

Benjamin distingue tra il valore espositivo (la capacità di un’opera di essere mostrata e vista da molti) e il valore culturale (il suo significato e importanza tradizionali). La fotografia, per esempio, accentua il valore espositivo rispetto al valore culturale.

Se Walter Benjamin fosse ancora in vita e avesse l’opportunità di esaminare i social network e la fotografia contemporanea avrebbe concluso che la presenza ubiqua delle immagini sui social media continua a erodere l’aura unica delle opere d’arte, trasformandole in oggetti di consumo rapidi anziché esperienze meditative. Inoltre avrebbe analizzato come i social network influenzano le identità individuali e collettive, le ideologie e le culture attraverso la continua esposizione e interazione con immagini e contenuti mediatici.

Per mia curiosità ed anche per divertimento ho interrogato l’intelligenza artificiale chiedendole di creare un’intervista al filosofo tedsco in cui si parla ovviamente di fotografia.

Intervistatore: Buongiorno, Professore Benjamin, e grazie per essere qui con noi oggi. Vorremmo approfittare della sua esperienza per discutere l’impatto della fotografia sul senso dell’arte e sulla società. Come ha influenzato la fotografia la nostra percezione dell’arte?

Walter Benjamin: Buongiorno a voi. È un tema affascinante e complesso. La fotografia, da quando è stata introdotta, ha avuto un impatto profondo sulla società e sulla concezione stessa dell’arte. Ha democratizzato l’arte in maniera senza precedenti. In passato, l’opera d’arte possedeva un’aura, un’unicità data dalla sua presenza nel tempo e nello spazio, che la fotografia ha in un certo senso “dissolto”. La capacità di riprodurre tecnicamente un’opera d’arte ha stravolto il valore tradizionale, spostando l’enfasi dall’unicità dell’oggetto all’immagine che può essere facilmente replicata e diffusa.

Intervistatore: Quindi, secondo lei, la fotografia ha ridotto il valore dell’arte originale?

Walter Benjamin: Non necessariamente ridotto, ma trasformato. La riproducibilità ha privato l’opera d’arte della sua esclusività, del suo legame diretto con il suo creatore. Tuttavia, questo ha aperto nuove porte. Ha permesso a un numero molto più ampio di persone di accedere all’arte, di interagire con essa, di reinterpretarla. La fotografia ha quindi cambiato il modo in cui l’arte viene consumata, criticata e apprezzata.

Intervistatore: E rispetto alla fotografia stessa come forma d’arte, quali sono i suoi pensieri?

Walter Benjamin: La fotografia è un’arte, ma una di un tipo diverso. Alcuni la criticano per la sua natura apparentemente passiva di “catturare” la realtà. Tuttavia, sono convinto che ci sia un’intenzionalità, una capacità narrativa e creativa anche dietro l’obiettivo di una macchina fotografica. La scelta del soggetto, dell’inquadratura, dell’illuminazione—tutti questi sono atti creativi. Inoltre, la fotografia ha il potere unico di evidenziare aspetti della realtà che altrimenti passerebbero inosservati. Crea una nuova percezione, un nuovo modo di vedere il mondo.

Intervistatore: Quindi, potremmo dire che la fotografia amplia il nostro modo di interagire con la realtà?

Walter Benjamin: Esattamente. E in questo sta la sua potenza e la sua arte. La fotografia può svelare la realtà in modi che altri media non possono. È un’arte che, al contrario di quanto si possa pensare, non meramente documenta la realtà, ma la trasforma, la interpreta. In questo senso, ha sia un valore documentario che critico, che artistico.

Intervistatore: Professore Benjamin, come crede che la fotografia continuerà a evolversi con le nuove tecnologie digitali?

Walter Benjamin: La tecnologia digitale sta già trasformando la fotografia in modi che continuano a sfidare la nostra comprensione della riproducibilità. L’accessibilità delle tecniche di manipolazione delle immagini e la facilità di distribuzione tramite Internet potrebbero potenzialmente portare a una nuova era di democratizzazione e partecipazione. Tuttavia, solleva anche questioni importanti sulla veridicità e sull’integrità delle immagini. Sarà interessante osservare come questi sviluppi influenzeranno il nostro rapporto con l’immagine, l’arte e la verità.

Intervistatore: Grazie, Professore Benjamin, per le sue risposte provocatorie e per aver condiviso la sua profonda conoscenza con noi oggi.

Walter Benjamin: È stato un piacere. Grazie a voi per questa conversazione stimolante.

Che cosa ne pensate??