Eugène Atget

Fotografo francese, nasce a Libourne nel febbraio del 1857.

Dei suoi primi anni di vita si sa ben poco. Rimane orfano e viene cresciuto da uno zio.

Rimane un mistero anche il suo avvicinamento alla fotografia, probabilmente è un autodidatta.

Diventa comunque fotografo e comincia la sua attività dopo aver compiuto i 40 anni.

Le sue foto sono importanti perché rappresentato un documento significativo dell’evoluzione urbanistica della città di Parigi nell’arco di circa 30 anni.

Ha realizzato quasi 10.000 lastre di vetro con una macchina a soffietto 18X24.

Atget vendeva le sue fotografie personalmente ad artisti ed architetti.

Non ebbe una vita facile ed economicamente non se la passava benissimo,

Una caratteristica delle sue immagini di scorci urbani di Parigi è la quasi totale assenza di figure umane e la scelta di scene lontane dalla frenetica vita della capitale francese.

Ciò è dovuto al fatto che usava scattare nelle prime ore del giorno.

Non aveva una propria bottega e girovagava per le vie di Parigi con la sua pesante attrezzatura.

Ebbe modo di conoscere il fotografo americano Man Ray e la sua assistente di studio Berenice Abbot la quale lo definì “il Balzac della fotografia”.

Da alcuni è considerato il padre delle street photography.

La sua fortuna fu postuma.

Le fotografie possono essere molto importanti, documentano e testimoniano un’epoca.

Ci mostrano l’evoluzione della nostra società.

Hanno la funzione di fermare il tempo e ci consentono di analizzare più attentamente le cose evitando gli errori che la nostra mente e la nostra memoria ci portano a fare.

Pensiamo agli eventi che ci riguardano direttamente; il nostro cervello li elabora in un certo modo e poi nel tempo vengono trasformati e ricordati spesso in maniera differente.

La fotografia tende a “congelare” istanti di vita.

Atget ha mostrato la città di Parigi con le sue strade e le sue architetture nell’epoca in cui egli viveva.

La biblioteca nazionale di Francia si accorse di lui e del valore delle sue fotografie ed acquistò così l’intera collezione.


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Marco e Domenico, fotografi, appassionati divulgatori, hanno deciso di condividere con voi le loro frequenti chiacchierate e straparlare in modo leggero di fotografia in un podcast.
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