L’occhio fotografico

Questo articolo risulta da una recente lettura “The photographic eye: learning to see with a camera”, libro scritto da Michael F. O’Brien e Norman Sibley.

Viene affrontato in maniera molto chiara un argomento fondamentale in fotografia: come “vede” un fotografo e soprattutto come possiamo fare per imparare ad osservare il mondo che ci circonda con un occhio fotografico.

Il tema è importantissimo perché ciò che distingue una buona da una cattiva foto è come il fotografo ha saputo vedere la scena che ha ritratto.

La fotografia è sia un’arte che una scienza.

In quanto arte esprime una visione personale; in quanto scienza fa affidamento sulla tecnologia.

In ogni forma d’arte il primo passo verso l’eccellenza è quello di saper padroneggiare la tecnica.

Nessun artista, anche molto creativo, può produrre un’opera d’arte senza avere solide basi tecniche.

Detto in modo semplice la fotocamera è una macchina che produce una copia bidimensionale di una scena tridimensionale.

Ci sono questioni tecniche a cui ogni fotografo deve rispondere quando scatta una foto: Come la luce influenzerà la mia immagine? A che velocità devo impostare l’otturatore? quanto dovrò aprire/chiudere il diaframma? Cosa dovrò mettere a fuoco? Quali elementi dovrò includere od escludere dalla mia inquadratura?

Tutti questi fattori si influenzano tra di loro e determineranno il risultato finale.

Una fotografia è una cornice rettangolare con qualcosa dentro. Dentro questa semplice definizione ci sono infinite possibilità.

Innanzitutto dovremo decidere cosa inserire dentro quel rettangolo e poi dove collocarlo esattamente.

Il soggetto dovrà riempire l’intero frame o solo una parte di esso? Dovrà essere posizionato nella parte alta o nella parte bassa? A destra o a sinistra?

Tutte queste scelte non fanno altro che costituire la composizione.

La composizione è la disposizione di tutti gli elementi visuali dentro una cornice.

Una fotografia è buona quando ogni singolo elemento al suo interno contribuisce all’effetto generale.

Un buon fotografo è una sorta di grande chef che deve mescolare un certo numero di ingredienti nelle giuste proporzioni al fine di creare un piatto memorabile.

Consideriamo per un momento la differenza tra un’istantanea (snapshot) ed una fotografia.

L’istantanea è una registrazione più o meno casuale di una qualche evento od oggetto. Quando guardiamo un’istantanea l’elemento più importante che affiora è la memoria. L’istantanea è un ricordo di un evento o di una persona senza pretese artistico/compositive. Non importa se un piede è stato tagliato fuori dall’inquadratura, oppure se il soggetto è leggermente fuori fuoco. E’ una testimonianza per la nostra memoria.

Una fotografia, invece, è o dovrebbe essere, un’interpretazione artistica di un evento, una persona od un oggetto.

La sua finalità è quella di dire all’osservatore qualcosa in più riguardo all’oggetto della foto.

Tutti gli elementi che la compongono devono essere selezionati e sistemati al fine di raggiungere un unico effetto.

Fare una fotografia presuppone un’attenzione verso ogni dettaglio racchiuso in quella cornice.

Non importa quanto interessante possa essere il tuo soggetto, non lo avrai veramente fotografato fino a che non sarà posizionato con cura all’interno del frame, non ti sarai sbarazzato ti tutto ciò che distrae l’attenzione da esso, essendo sicuro che tutti gli elementi presenti lavorino bene insieme, e di aver correttamente settato la fotocamera con la giusta apertura di diaframma e la giusta velocità dell’otturatore. Una volta che cominceremo a vedere con gli occhi di un fotografo scopriremo che ci sono meravigliose immagini tutto intorno a noi.

Il modo in cui guarderemo il mondo intorno a noi cambierà per sempre.

La fotografia è l’arte della scoperta.

Due elementi molto importanti che contribuiscono al successo di una foto sono l’equilibrio ed il dinamismo.

Una fotografia è ben bilanciata quando i vari elementi presenti al suo interno hanno tutti più o meno lo stesso peso. Occorre fare in modo che gli oggetti siano posizionati in maniera tale da avere una interessante relazione tra loro.

Il dinamismo riguarda il movimento, o meglio, il movimento dell’occhio dell’osservatore nell’atto di esplorare la foto. Idealmente questo movimento inizia partendo dal soggetto principale e poi procede verso gli oggetti secondari ed infine il cerchio si chiude ritornando al soggetto principale. Parte del lavoro del fotografo è quello di sistemare gli oggetti in modo tale che l’occhio si muova naturalmente all’interno del fotogramma. Più le relazioni tra i soggetti sono interessanti più frequentemente lo sguardo dell’osservatore ripeterà il percorso visivo.

Possiamo allenare il nostro occhio osservando le fotografie degli altri. Facciamo attenzione a come si muovono gli occhi all’interno dell’immagine. Quali sono le foto più dinamiche? Quali fermano più a lungo il nostro interesse? Quali contengono elementi di distrazione che interferiscono negativamente?

Il modo migliore per raggiungere i propri obiettivi in fotografia può essere quello di analizzare e criticare il lavoro degli altri fotografi. Per una buona critica occorre essere onesti e saper bilanciare il positivo ed il negativo.

Di fronte ad un’immagine dobbiamo porci delle domande: Cosa c’è di buono? Cosa c’è che non va? Qual è il soggetto principale? Come potrebbe essere meglio?

Spero che questo articolo sia un buon punto di riflessione e che riesca ad aprire la nostra mente e soprattutto i nostri occhi per una comprensione migliore del mondo che ci circonda.

Saper osservare attentamente cogliendo lo straordinario nell’ordinario è un esercizio che dovremmo tutti quotidianamente svolgere ovunque ci troviamo.


Marco e Domenico, fotografi, appassionati divulgatori, hanno deciso di condividere con voi le loro frequenti chiacchierate e straparlare in modo leggero di fotografia in un podcast.
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