Elena Chernyshova “Days of Night-Nights of Day”

Ma quanto è grande la Russia?

Tanto, anzi tantissimo. E’ il paese più grande del mondo con una superficie di oltre 17 milioni di km quadrati.

Si estende dall’Europa dell’est fino ad arrivare all’oceano Pacifico, di fronte al Giappone.

Immaginiamo quanto un paese del genere possa offrire in termini “fotografici”.

Quante storie, quante realtà, quanti climi, quante culture, quanti villaggi, città, paesaggi sterminati….

Questa sua vastità ha generato in molti fotografi russi il desiderio di scoprire il proprio paese.

Elena Chernyshova è una giovane fotografa nata a Mosca nel 1981, che ha nel cassetto vari progetti fotografici, alcuni conclusi ed altri ancora in corso di svolgimento.

Si definisce una documentarista e non a caso collabora con il National Geographic russo.

Si laurea in architettura ma dopo due anni di professione decide di intraprendere un lungo viaggio in bicicletta che la porterà a percorrere circa 30.000 km attraversando 26 paesi, da Tolosa a Vladivostok, andata e ritorno.

E’ sicuramente durante questo periodo, durato circa 1.000 giorni, che si forma il desiderio di diventare una fotografa.

E’ attratta dagli essere umani, dalla società che osserva in continuo mutamento, dai paesaggi e dalle persone che li vivono.

Il lavoro che più mi ha colpito è senza dubbio Days of Night – Nights of Day svolto a Norilsk, città della Siberia settentrionale.

Norilsk è una città mineraria di circa 170.00 abitanti, dove le persone vivono in condizioni estreme. La temperatura scende fino a -50 gradi ed è un luogo raggiungibile solo per via aerea.

La città venne costruita nel 1935 per mano dei prigionieri del Gulag che lì sorgeva. Più di 500.000 persone hanno lavorato in questo campo di prigionia, dalla sua costituzione fino al 1956.

Ma il suo triste primato è quello dovuto al tasso d’inquinamento. Norilsk è uno dei 10 luoghi più inquinati al mondo. Sono i principali produttori al mondo di palladio e poi nichel e rame.

Un articolo letto su Panorama definisce Norilsk una città “bunker”. Sono ammessi ad entrare solo gli abitanti, per tutti gli altri è necessario un pass di non semplice ottenimento.

Le architetture sono quelle tipiche dell’Unione Sovietica comunista, grandi palazzi lineari dove vivono numerose famiglie.

Il clima costringe le persone a passare la maggior parte del tempo in fabbrica o dentro casa. I giovani hanno un unico desiderio: quello di andare via. Non ci sono svaghi od attrazioni particolari, la vita culturale è inesistente; gli amici spesso si riuniscono nelle case, dove improvvisano feste con cibo e musica.

Gli operai per recarsi al lavoro utilizzano dei bus che si muovono in carovana.

La foto sopra è stata scattata alle 3 del mattino. Durante l’estate il sole non tramonta mai.

La città è piena di edifici abbandonati. A causa dell’innalzamento delle temperature, lo strato di permafrost su cui poggiavano le fondamenta di numerose case, si è parzialmente sciolto provocando danni alle strutture.

Nonostante le precarie condizioni di vita il tasso di natalità è uno dei più alti della Russia.


Marco e Domenico, fotografi, appassionati divulgatori, hanno deciso di condividere con voi le loro frequenti chiacchierate e straparlare in modo leggero di fotografia in un podcast.
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