Sulla composizione è già stato scritto di tutto. Sul fatto che ci siano delle presunte regole e che occorre conoscerle per poterle infrangere è stato scritto ancor di più. In questo articolo non voglio citarvi la regola dei terzi od altre tecniche e strategie per rendere una fotografia ben fatta dal punto di vista della composizione. Voglio partire da una semplice constatazione: la verità scientifica su come noi esseri umani vediamo il mondo. I nostri occhi non vedono nitidamente tutta la scena che hanno davanti. L’angolo di visione che tutti noi abbiamo è estremamente ridotto, soli 3 gradi radiali circa. La porzione di scena che mettiamo nitidamente a fuoco corrisponde a questa piccola fetta di torta. E’ il nostro cervello che ci restituisce un’immagine di insieme unendo tra loro questi piccoli pezzi di mosaico. Gli occhi si muovono “casualmente” in tutte le direzioni raccogliendo queste informazioni.
Detto questo possiamo pensare alla composizione come al modo in cui il fotografo dirige lo sguardo dello spettatore in modo pianificato e non casuale. La composizione mette ordine agli elementi che compongono un’immagine accompagnandoci nell’identificazione di ciò che è principale per farci poi spostare verso il secondario ed i dettagli. Molti di noi sono in grado di rendersi conto quando si trovano difronte ad una scena interessante ma quanti sono in grado di includere nella scena tutti gli elementi in maniera ordinata ed armonica? Scene semplici che non comprendono troppi soggetti ed oggetti sicuramente rendono il lavoro più facile.
Per aiutarci a comporre meglio una fotografia esistono una serie di elementi di cui dobbiamo tener conto. Questi sono: la luce, il colore, il contrasto, le linee, le forme, i motivi (pattern), il bilanciamento, il movimento, lo spazio positivo/negativo, la trama (texture), la lunghezza focale, la profondità di campo e la scelta di velocità dell’otturatore.
La parte creativa in fotografia è data dalla nostra capacità di comporre e di utilizzare in maniera appropriata tutti od alcuni degli elementi indicati sopra.
Di fronte ad una foto come si muoveranno gli occhi di chi osserva? Seguiranno un percorso o si troveranno in preda alla confusione senza sapere dove andare a parare?
Il messaggio che vogliamo dare attraverso le nostre immagini deve arrivare chiaramente a chi guarda e la composizione ci aiuta a veicolarlo meglio.
Il modo in cui componiamo determina anche il nostro stile che potrà rendere più riconoscibile il nostro lavoro. Osserviamo ad esempio queste foto di Alex Webb. Webb nell’atto di comporre pone spesso una divisione all’interno dell’inquadratura. La scena si frammenta in due sotto-scene attraverso l’utilizzo di elementi che dividono in due il fotogramma.
Questo espediente rende le sue fotografie riconoscibili. Osservare il lavoro dei grandi fotografi è un eccellente esercizio utile per consolidare la nostra capacità di vedere e leggere le foto. Non a caso Ansel Adams diceva che una foto non si scatta, si crea.
Fotografare è un atto creativo. Siamo noi ad operare le scelte che determineranno il successo o meno di un’immagine. Cosa includere e cosa escludere, dove collocare i soggetti ed altre decisioni che siamo costretti a compiere prima del fatidico click!
Lascia un commento