Fotografia & smartphone

L’85% delle fotografie scattate nel mondo sono prodotte da uno smartphone.

Il mercato delle macchine fotografiche è in crisi.

Tra il 2010 ed il 2019 la spedizione di fotocamere dall’industria giapponese è diminuita dell’87%.

La vendita di fotocamere è drasticamente diminuita in particolare le cosiddette compatte che oramai ricoprono una esigua percentuale.

Di contro al mondo ci sono circa 6,3 miliardi di telefonini.

La qualità fotografica dei telefoni cellulari è aumentata esponenzialmente negli ultimi anni grazie a sensori più performanti e, soprattutto, ai software di elaborazione immagine sempre migliori.

Il telefono è sempre con noi, leggero, tascabile, anonimo, multimediale, sempre connesso.

Uno strumento perfetto per scattare fotografie in ogni luogo, in ogni situazione.

Numerose indagini di mercato rivelano che la qualità della fotocamera di uno smartphone influisce molto sulla scelta del telefono da acquistare.

Aggiungiamo il fatto che nessuno più stampa le proprie foto; la fruizione delle immagini passa attraverso uno schermo.

I social network sono il palcoscenico ideale delle nostre foto e sappiamo benissimo che pubblicare in questi ambiti non richiede qualità e risoluzioni elevate.

I selfie spopolano. In Europa ogni persona scatta mediamente 600 selfie all’anno.

Foto scattata con Huawei P40pro ed elaborata con Lightroom

Esistono ormai innumerevoli app di foto ritocco capaci di trasformare e migliorare le nostre immagini rendendole accattivanti soprattutto per i social network più utilizzati.

Le foto su cui vengono applicati i filtri hanno il 21% di probabilità in più di essere visualizzate.

Tutti questi dati che vi ho mostrato servono a farci capire in che direzione sta andando il mondo della fotografia (ma anche dei video).

La classica bottega del fotografo di paese è in crisi profonda. Ancora si resta “a galla” grazie ai servizi matrimoniali che spesso rappresentano la fonte principale di guadagno per i professionisti.

Poi ci sono i grossi studi che si occupano di fotografia commerciale e pubblicitaria.

Il fotogiornalismo è anch’esso in difficoltà. Le agenzie di stampa si rivolgono sempre più spesso alle persone che scattano con lo smartphone trovandosi nel luogo e nel momento giusto del fatto di cronaca.

L’uragano Sandy che si è abbattuto sulle coste della Giamaica, Cuba, Bahamas, Haiti, Repubblica Dominicana e costa orientale degli Stati Uniti, nel 2012, ha generato 1,3 milioni di fotografie che si sono riversate sui social network ed anche sulle testate giornalistiche.

Per fortuna ci sono ancora numerosi appassionati di fotografia, foto amatori evoluti e non che tengono in vita il mercato delle macchine fotografiche reflex e/o mirrorless. E non solo… Pensiamo ai corsi di fotografia, ai blogger, agli You Tuber ed a tutte le attività che gravitano intorno a questo meraviglioso mondo.

Pensiamo alla fotografia d’autore, al mondo dell’editoria fotografica, alle mostre, ai workshop che ogni giorno si tengono in tutto il mondo.

La fotografia non si definisce tale dal mezzo che viene utilizzato.

Camera obscura, dagherrotipo, reflex, polaroid, mirrorless, smartphone sono solo “mezzi”.

A me personalmente interessano i contenuti.

Occorre riscoprire il valore comunicativo di un’immagine ben fatta a prescindere dal supporto utilizzato.

Io utilizzo un pò di tutto: smartphone, mirrorless, polaroid ed anche una vecchia biottica Yashica.

Ma vi confesso che la maggior parte delle fotografie che faccio sono con lo smartphone.

Foto scattata con smartphone e convertita in bianco e nero con Lightroom mobile.

Negli ambienti in cui si parla di fotografia il dibattito è vivo ed aperto.

Molti vedono quasi con orrore chi scatta con il telefonino non considerando “vera” fotografia quella realizzata mediante uno smartphone.

La fotografia è da considerarsi tale sono se fatta attraverso una macchina fotografica progettata e realizzata solo per questo scopo ed in cui entrano in gioco le capacità tecniche e la conoscenza del fotografo.

La cosa triste è che molti dei sostenitori di questa teoria fanno foto insignificanti.

Spesso si concentrano sulle caratteristiche tecniche del mezzo, sulle sue peculiarità da migliaia di euro perdendo di vista ciò che conta veramente in un’immagine.

Invece di spendere denari per attrezzature di ultima generazione sarebbe più proficuo investire in corsi seri, in libri fotografici, in visitare mostre e più in generale nella cultura dell’immagine.

Foto scattata con Iphone e convertita con snapseed.

La consapevolezza è un’altro elemento importante.

Sappiamo quello che che stiamo facendo?? Abbiamo un’idea, un progetto, un messaggio da esternare? Oppure scattiamo istintivamente senza badare troppo al perché premiamo il pulsante di scatto?

Ognuno di noi fotografa per diversi motivi, insindacabili e soggettivi, che ci piaccia oppure no. Ciò che mi infastidisce è il fare foto tanto per…. magari solo per vedere dove arriva la qualità del nuovo giocattolino che abbiamo appena comprato.

Pensare che il valore delle nostre foto e la qualità del nostro lavoro siano dipendenti dal mezzo che utilizziamo è una illusione.

Non offendetevi, ci siamo passati tutti.

Anche io passavo giornate intere a leggere le recensioni delle nuove fotocamere, ad analizzare i file raw ad alti ISO per fare comparazioni e dare un giudizio su quale macchina fotografica sia migliore.

Comprendo benissimo le esigenze delle aziende produttrici che devono inventarsi ogni giorni nuove funzioni e sviluppare nuove tecnologie per attirare il consumatore e vendere.

Va bene, è business.

Ma il messaggio che vorrei dare è quello di fermarsi, riflettere e concentrare energie mentali ed economiche verso uno sviluppo del proprio modo di fare fotografia.


Marco e Domenico, fotografi, appassionati divulgatori, hanno deciso di condividere con voi le loro frequenti chiacchierate e straparlare in modo leggero di fotografia in un podcast.
Per inviare un messaggio vocale clicca qui!

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *