Rosalind Fox Solomon

Rosalind Fox Solomon una fotografa statunitense nata nel 1930 in Illinois.

Inizia a fotografare all’età di 38 anni quando si trova in Giappone, utilizzando una fotocamera Instamatic.

La fotografia è un mezzo per parlare di se stessa.

Ho provato la sensazione di poter ottenere qualcosa attraverso una macchina fotografica che potesse rappresentare ciò che vedevo e sentivo“.

Sì, non ho mai smesso dopo quella volta, perché sentivo di essere in grado di comunicare, sai, questa comunicazione interiore/esteriore, e sono tornata con le mie foto dal Giappone e le persone lì hanno detto, sai, persone che rispettavo, hanno detto: “Oh, queste sono davvero fantastiche. Devi continuare a farlo”. E non è per questo che ho continuato. Voglio dire, volevo solo farlo, e poi ho attraversato un periodo in cui portavo sempre con me una macchina fotografica, e poi ho preso una buona macchina da 35 mm, e l’ho usata sempre“.

Rosalind è stata allieva di Lisette Model che riesce a conoscere grazie ad un’agente di fotografi, Henrietta Brackman.

Mi ha parlato per un paio d’ore e poi mi ha detto: “Beh, hai talento, ma ci sono molte cose che non sai e credo che dovresti studiare con Lisette Model”. E io ho chiesto: “Chi è?”. E lei: “Era l’insegnante di Diane Arbus”. E io: “Oh, pensi che mi accetterebbe?”. E lei rispose: “Beh, le parlerò”. È così che sono finita a studiare con Lisette Model.

La Solomon sembra far propria una frase di Lisette Model: “Non scattare finché il soggetto non ti colpisce alla bocca ed allo stomaco“.

Ciò risulta evidente in molte sue fotografie ed in particolare nel libro “The Forgotten”, uscito nel 2021, una raccolta di ritratti scattati in 50 anni di lavoro in giro per il mondo.

Ogni sua fotografia è una storia da scoprire.

Persone legate da situazioni spesso drammatiche come la guerra, la malattia, la disuguaglianza.

La Solomon registra gli effetti che i cambiamenti sociali e gli eventi drammatici producono sugli individui.

Cambogia, Sud Africa, Irlanda del Nord, Brasile, Turchia, Stati Uniti, Polonia, Perù, Jugoslavia, Cuba, Giappone, Messico, alcuni dei paesi in cui ha lavorato Rosalind Fox Solomon.

Come fotografa trovo difficile parlare delle mie foto . Voglio che le persone traggano qualcosa da loro stesse e portino le proprie esperienze nelle immagini

Rosalind non si definisce una fotoreporter ma un’artista che cerca di entrare in sintonia con le persone ed i luoghi che ritrae.

Non sono stata mai particolarmente interessata a fare foto glamour o superficiali di persone, mi interessa di più quello che potrebbe essere la loro essenza“.

Nel libro “Liberty Theatre” affronta il tema del razzismo e della segregazione.

Liberty theatre era il nome di un cinema per “non bianchi” a Chattanooga, Tennesse, di proprietà della famiglia di Rosalind.

E’ una raccolta di foto scattate dagli anni 70 agli anni 90 nel sud degli Stati Uniti.

Negli anni Settanta speravo di più che le condizioni sarebbero cambiate, non solo nel sud, ma in tutti gli Stati Uniti. E i cambiamenti furono drammatici. Le immagini del Liberty Theatre abbracciano diversi decenni, ma nonostante i cambiamenti epocali, stiamo ancora affrontando ingiustizie e bigottismo. Dopo gli eventi di Charlottesville, ho compilato un’ampia raccolta delle mie immagini del sud e ho iniziato a modificare e mettere in sequenza il libro“.

Il suo lavoro è presente nelle collezioni di oltre 50 musei di tutto ilmondo tra cui il Metropolitan Museum of Art di New York e la Bibliothèque Nationale de France di Parigi.


Marco e Domenico, fotografi, appassionati divulgatori, hanno deciso di condividere con voi le loro frequenti chiacchierate e straparlare in modo leggero di fotografia in un podcast.
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