August Sander

Sander nasce nel 1876 a Herdorf, una piccola cittadina della Renania-Palatinato, in Germania.

L’economia del luogo in cui cresce è basata sull’attività mineraria.

August Sander comincia presto a lavorare in miniera insieme al padre.

Un giorno viene chiamato per aiutare un fotografo incaricato di documentare l’attività mineraria del luogo e così nasce la sua passione.

Sarà assistente di un fotografo anche durante lo svolgimento del servizio militare.

In seguito si trasferisce a Linz, in Austria, dove in pochi anni riesce ad aprire il suo primo studio fotografico.

Per cosa è famoso Sander? Cosa lo distingue dagli altri fotografi?

Per gran parte della sua vita Sander si dedica a ritrarre gli abitanti della Germania classificandoli per tipologia secondo i principi della fisiognomica, termine già usato in antichità da Aristotele, per indicare la scienza che deduceva i caratteri spirituali degli individui dal loro aspetto corporeo.

Il progetto ideato dal fotografo tedesco non si è mai concluso.

Riesce a pubblicare, nel 1929, una prima raccolta “Il volto del tempo. Sessanta ritratti di uomini e donne del XX secolo“, con introduzione di Alfred Doblin (scrittore e drammaturgo tedesco di origine ebraica) il quale scrive: ” Sander è dotato di consapevole adesione al realismo; quando fotografa qualcosa, dunque, non ne trae immagini somiglianti di persone ma di tipi sociali“.

Il suo lavoro mostrava una società tedesca in aperto contrasto con l’idealizzazione della razza che stava imponendosi con l’ascesa del nazismo.

Un grande parte del suo archivio venne così distrutta ed una parte dei negativi furono messi in salvo in un luogo lontano dal suo studio di Colonia.

I soggetti sono ritratti in forma anonima.

A Sander non interessa la loro individualità ma la loro appartenenza ad una categoria ed individua 7 gruppi: contadini, artigiani, classi sociali, artisti, donne, la grande città ed i soggetti emarginati socialmente (gli ultimi).

I soggetti sono sempre fotografati frontalmente, prevalentemente a figura intera, con sfondi neutri.

Sander utilizza una fotocamera di grande formato con lastre di vetro e lunghi tempi di esposizione (circa 7 secondi); è interessato alla nitidezza dell’immagine.

Il suo stile esce dai canoni della ritrattistica dell’epoca che prediligeva la foto in studio.

Sander porta la fotografia di ritratto fuori, nel mondo reale.

Durante la seconda guerra mondiale il suo studio vene bombardato ed andarono persi oltre 30.000 negativi.

Edward Steichen, nel 1955, inserisce alcune sue foto nella celebre mostra “The family of man” al Moma di New York.


Marco e Domenico, fotografi, appassionati divulgatori, hanno deciso di condividere con voi le loro frequenti chiacchierate e straparlare in modo leggero di fotografia in un podcast.
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