David Bailey è un fotografo inglese nato a Leytonstone, Londra, nel 1938. È considerato uno dei fotografi di moda più influenti del XX secolo.
Bailey ha trascorso gran parte della sua giovinezza a East Ham, un quartiere della periferia di Londra, dove ha frequentato la scuola d’arte. In seguito ha iniziato a lavorare come assistente fotografo per John French, un fotografo di moda londinese.
“Ero assistente di un fotografo di moda che si chiamava John French, non era un gran fotografo ma era un uomo molto gentile. Da lui credo di aver preso lo sfondo bianco perché usava molto lo sfondo bianco ed ho pensato che fosse una buona idea. French si è sbattuto parecchio per trovarmi del lavoro, mi ha rimediato servizi per il Daily Express e poi Vogue ha visto le foto e mi ha offerto un contratto. Credo di avergli fatto da assistente solo per 11 mesi. Allora l’omosessualità era illegale e John French era omosessuale come era omosessuale l’art director di Vogue, Parsons; quindi per certi versi erano ai margini della società, degli esclusi e credo che in quegli anni anche la classe operaia fosse ai margini della società perciò sono convinto che mi abbiano accettato perché ero un emarginato come loro.” (D.B.)
Nel corso degli anni ’60, Bailey è diventato famoso per le sue fotografie in bianco e nero di celebrità, modelli e musicisti, tra cui Mick Jagger, Jean Shrimpton e Andy Warhol. Il suo stile distintivo, caratterizzato da un uso innovativo della luce e delle ombre, ha rivoluzionato il mondo della fotografia di moda.
Vado sempre per la semplicità (D.B.)
Bailey ha anche lavorato per importanti riviste come Vogue e Harper’s Bazaar, ed è stato il fotografo ufficiale dei Beatles durante il loro tour americano nel 1964.
David Bailey ha avuto un ruolo importante nel film “Blow-Up” diretto da Michelangelo Antonioni nel 1966. Il film, che ha come protagonista un fotografo di moda interpretato da David Hemmings, è ambientato nella Londra degli anni ’60 e racconta la storia del fotografo che, casualmente, scatta delle foto in un parco che poi rivelano qualcosa di molto più grande di quello che immaginava.
In una delle scene più famose del film, il personaggio interpretato da Hemmings incontra Bailey in un club notturno, dove il fotografo sta scattando delle foto a un gruppo di ragazze. Bailey interpreta sé stesso nel film e la scena è stata girata nel suo vero studio fotografico.
Il personaggio di Hemmings è chiaramente ispirato alla figura di Bailey e il film ha contribuito a rendere ancora più famoso il fotografo inglese, che era già una star internazionale della fotografia di moda all’epoca.
“Non conoscevo Antonioni e l’idea di Blow Up non è stata sua ma di Carlo Ponti. Fu Ponti a mandarmi due tizi negli studi di Vogue ed io dovevo avere più o meno 24 anni. Questi due italiani sono arrivati e sembravano mafiosi. Mi hanno detto – Le va di fare un film? – Sì certo, cosa facciamo un remake di quarto potere? Hanno risposto – no, vuole fare un film su di un fotografo? – Ho detto certo, a quell’età faresti di tutto anche un remake di Ivan il terribile. Parlavano un inglese tremendo poi hanno accennato al modo in cui ero vestito. Ho detto – cosa c’entra questo con il film – poi ho capito che volevano che interpretassi il protagonista, che recitassi ed io ho detto – ma voi siete matti, non ricordo un numero di telefono figurarsi dei dialoghi od un copione – ed è finita lì.” (D.B.)
Nel corso degli anni, ha continuato a fotografare celebrità e personaggi famosi, ma si è anche dedicato alla fotografia di paesaggi e ritratti.
Non mi sono mai considerato un fotografo di moda. Non sono mai stato veramente interessato alla moda. Il motivo per cui facevo moda era che mi piaceva quello che c’era negli abiti. (D.B.)
“Le cose migliori sono accidentali. Gli incidenti stimolano la mia creatività. L’incidente è qualcosa di emozionante. Puoi creare le condizioni perché avvenga e poi sperare che accada… Se il fotografo è in gamba la realtà ce l’ha già nella testa, se è qualcuno che scatta e basta si limita a documentare.” (D.B.)
Tra mi momenti più memorabili il suo servizio fotografico con la regina Elisabetta II nel 2014 e una foto scattata a Lady Diana nel 1988, che è stata esposta alla mostra Life Through a Royal Lens a Kensington Palace. Nell’intervista, Bailey ha rivelato i suoi segreti per far rilassare i suoi soggetti davanti alla macchina fotografica. Con la regina, ha rotto il ghiaccio chiedendole se i suoi gioielli erano veri, dando il via a uno scambio giocoso tra i due. Ha elogiato l’aspetto giovane e la personalità carismatica della regina.
Quando ha fotografato Lady Diana, ha ricordato che i suoi capelli erano eccessivamente laccati e “solidi come un manichino di plastica”.
Oltre alla fotografia, Bailey ha sperimentato con la regia cinematografica, dirigendo numerosi spot pubblicitari e il film del 1970 “Performance”, con Mick Jagger. Nel 2001, è stato nominato comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico per il suo contributo alla fotografia.
La vita personale di Bailey è stata altrettanto affascinante quanto la sua carriera. È stato sposato quattro volte, tra cui con la modella e attrice Catherine Deneuve. Ha anche avuto relazioni con diverse altre celebrità, tra cui Penelope Tree e Jean Shrimpton.
Nonostante la sua grande fama e il successo internazionale, Bailey è rimasto sempre un uomo molto riservato e misterioso, che ha cercato di proteggere la sua privacy a ogni costo. Tuttavia, la sua influenza sulla fotografia e la moda è stata enorme e continua a ispirare nuove generazioni di fotografi e artisti.
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