Gregory Crewdson e la staged photography

Gregory Crewdson è un fotografo e regista americano nato il 26 settembre 1962 a Brooklyn, New York.

Ha avuto la sua prima esperienza di fotografia a dieci anni, visitando una retrospettiva di Diane Arbus al Museum of Modern Art di New York. A sedici anni suonava in una band e il primo singolo era intitolato “Let Me Take Your Foto”. Crewdson ha conseguito una laurea in fotografia presso la State University of New York-Purchase College nel 1985 e un MFA presso la Yale University nel 1988. Per il suo progetto di tesi, ha realizzato ritratti fotografici di residenti della zona intorno a Lee, Massachusetts, dove la sua famiglia aveva una casetta.

La sua carriera artistica è iniziata con la fotografia di strada, ma ha in seguito sviluppato un interesse per la fotografia di grande formato e le ambientazioni elaborate e surreali.

Ha iniziato a creare le sue famose serie fotografiche, come “Natural Wonder” e “Twilight”, negli anni ’90.

Crewdson è noto per la sua attenzione ai dettagli e alla precisione nella realizzazione delle sue fotografie, spesso con scenografie complesse che richiedono la collaborazione di un’equipe di tecnici e scenografi. I suoi soggetti includono spesso paesaggi urbani abbandonati e personaggi solitari che sembrano intrappolati in situazioni surreali e misteriose.

Questa è “staged photography”, una tecnica fotografica in cui il fotografo crea un’immagine meticolosamente pianificata e costruita in cui ogni elemento, inclusa l’illuminazione, è attentamente selezionato e posizionato per creare un effetto specifico.

A differenza della fotografia documentaria, in cui l’obiettivo è quello di catturare momenti spontanei e autentici, la staged photography prevede l’organizzazione di elementi e persone all’interno dell’inquadratura, al fine di creare un’immagine che sembra naturale ma che in realtà è stata attentamente costruita.

Il fotografo Gregory Crewdson si ispira a molti artisti, registi e scrittori. Alcuni degli artisti che lo hanno influenzato includono Edward Hopper, Diane Arbus, Alfred Hitchcock, David Lynch, e Steven Spielberg. La sua fotografia spesso presenta scene molto dettagliate e teatrali, ispirate alla narrativa cinematografica, ma che trascendono il limite temporale del film e diventano opere d’arte fotografiche.

Hopper ha avuto una forte influenza su di me come artista. Venendo da una precisa tradizione americana, il lavoro di Hopper tratta l’idea di bellezza, tristezza, alienazione e desiderio” (G. Crewdson).

Il processo di creazione di una sua fotografia può richiedere diverse settimane o addirittura mesi.

Crewdson lavora con una grande squadra di assistenti e tecnici, e ogni una singola fotografia comporta molteplici fasi, dalla progettazione della scena alla preparazione dell’ambientazione, dalla selezione dei modelli e degli oggetti alla creazione dell’illuminazione e alla messa a punto della macchina fotografica.

Le opere di Crewdson si concentrano sulla periferia americana e offrono una visione diversa della realtà, mostrando i momenti più drammatici e complessi della vita quotidiana. Il suo lavoro è caratterizzato da una misteriosa quiete e da una natura organica che trasforma il set in un’opera d’arte. Crewdson ha anche sperimentato nuovi scenari al di fuori degli Stati Uniti, utilizzando gli studi abbandonati di Cinecittà, vicino a Roma, per sfidare la tradizione e creare opere d’arte ancora più sorprendenti.

Alcune delle sue opere più famose includono:

  • “Beneath the Roses” (2003-2008): una serie di fotografie che raffigurano scene apparentemente normali, ma con un senso di inquietudine e mistero. Le immagini sono state scattate in diverse località degli Stati Uniti.
  • “Twilight” (1998-2002): una serie di fotografie che raffigurano scene notturne di piccoli paesi americani, spesso con l’uso di luci artificiali per creare un’atmosfera surreale.
  • “Dream House” (2002): una serie di fotografie che raffigurano interni di case in cui sembra essersi verificato un evento misterioso o inquietante.
  • “Fireflies” (1996): una serie di fotografie che raffigurano una donna che cammina attraverso un campo mentre luci di lucciole si accendono intorno a lei.
  • “Cathedral of the Pines” (2013-2014): una serie di fotografie che raffigurano paesaggi rurali del Massachusetts, spesso con la presenza di figure umane che sembrano isolate o inquiete.

“Gregory Crewdson: Brief Encounters” è un documentario del 2012, diretto da Ben Shapiro, che segue il fotografo americano Gregory Crewdson mentre lavora alla sua serie di fotografie in grande formato intitolata “Beneath the Roses”. La serie è stata realizzata tra il 2003 e il 2007. Il film esplora anche la vita personale di Crewdson e il suo approccio all’arte e alla fotografia.


Marco e Domenico, fotografi, appassionati divulgatori, hanno deciso di condividere con voi le loro frequenti chiacchierate e straparlare in modo leggero di fotografia in un podcast.
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