La Cina di Bruno Barbey

Bruno Barbey è nato il 13 novembre 1941 in Marocco dove è cresciuto e dove ha trascorso parte della sua infanzia, prima di trasferirsi in Francia per completare i suoi studi. Ha studiato fotografia e grafica all’Ecole des Arts et Métiers di Vevey, in Svizzera, prima di iniziare la sua carriera nel campo della fotografia.

“La fotografia è l’unico linguaggio che può essere compreso ovunque nel mondo”

Bruno Barbey

Negli anni ’60, Barbey ha lavorato come foto giornalista freelance, documentando eventi storici, rivoluzioni e conflitti in tutto il mondo. Nel 1964 è diventato membro della prestigiosa agenzia fotografica Magnum Photos, un’associazione che lo ha visto coinvolto per gran parte della sua carriera.

La fotografia di Barbey è caratterizzata da uno sguardo umanistico e da una sensibilità per le persone e le culture che ha incontrato durante i suoi viaggi. Ha lavorato in molte parti del mondo, includendo l’Europa, il Medio Oriente, l’Africa, l’Asia e l’America Latina. Le sue fotografie sono state pubblicate su numerose riviste e giornali internazionali, diventando icone della fotografia documentaria.

Sono attratto soprattutto dalla bellezza, dall’umanità, dal lato positivo. Non amo immergermi nelle dimensioni sordide. Preferisco afferrare un’ombra fugace su un bel colore che fotografare una scena di guerra. Rifiuto l’estetica della follia o dell’orrore.

Bruno Barbey

Bruno Barbey è deceduto nel novembre 2020, lasciando un’eredità duratura nel mondo della fotografia documentaria.

Il lavoro di Bruno Barbey sulla Cina ha coperto diversi periodi, offrendo uno sguardo unico sulla società e sulla cultura cinese. Una delle sue serie più note è stata realizzata durante gli anni ’70, quando ha documentato il periodo della Rivoluzione Culturale cinese. Durante questo periodo, Barbey ha catturato immagini che riflettevano la vita quotidiana dei cinesi, l’impatto della politica e della propaganda, e le conseguenze sociali della Rivoluzione Culturale.

Nel 1973 Bruno Barbey accompagna Georges Pompidou, presidente della repubblica francese, nel suo primo viaggio in Cina. E’ il primo fotografo Magnum a fotografare la Cina a colori utilizzando la sua pellicola preferita: Kodachrome.

Nel 1973 non avevo idee preconcette sulla Cina oltre ad avere sentito parlare della loro rivoluzione culturale da quando avevo fotografato il movimento studentesco del maggio del 1968 a Parigi. Il mio atteggiamento era quello di essere aperto a delle sorprese. Fino a poco tempo fa il problema che i fotografi occidentali dovevano affrontare in Cina era quello di non potere fotografare liberamente. Ho avuto più contatti ed interazioni con le persone nel mio viaggio del 1980. Il loro atteggiamento era cambiato completamente quando sono tornato nel 2010 e negli anni successivi; erano sempre amichevoli, sorridenti e persino entusiasti che li stavo fotografando.”

Successivamente, Barbey ha continuato a viaggiare in Cina per documentare i cambiamenti sociali ed economici del paese nel corso degli anni. Ha fotografato le trasformazioni urbane, le nuove dinamiche sociali e culturali, così come le tradizioni millenarie che persistevano.

“Nella maggior parte dei miei scatti, le persone non si rendono conto di essere fotografate, o se ne accorgono solo un momento prima, scatto molto rapidamente. Ancora adesso, alle volte, scatto senza appoggiare la fotocamera all’occhio, per essere più discreto. Naturalmente, quando si fanno molte foto, l’editing diventa una parte importante delle immagini. Il 50% del mio lavoro è scattare, l’altro 50% è la post-produzione.”

Le fotografie di Barbey sulla Cina sono caratterizzate da una sensibilità artistica e un occhio per i dettagli che permette loro di catturare l’essenza della vita cinese in modi intimi e autentici. Le sue immagini offrono uno sguardo unico sulla complessità e la diversità del paese, dal suo passato storico alle sue trasformazioni moderne.


Marco e Domenico, fotografi, appassionati divulgatori, hanno deciso di condividere con voi le loro frequenti chiacchierate e straparlare in modo leggero di fotografia in un podcast.
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